La Zucca: storia, folklore e proprietà

La Zucca: storia, folklore e proprietà

Cambia la stagione, e con lei la frutta e la verdura che portiamo in tavola. Con l’arrivo dell’autunno, a fare da protagonisti sono mele e pere, melagrane, uva e fichi. Ma la regina del periodo è senza dubbio la zucca in tutte le sue forme e sfumature dell’arancio. Si tratta di un alimento particolarmente ricco di proprietà benefiche, ma anche versatile in cucina e protagonista di storie e leggende. Scopriamo di più su quest’ortaggio.

Un assaggio di storia.

Europa o America: dov’è nata la zucca?

Quella che portiamo comunemente in tavola, la cucurbita, è originaria del nord America – nello specifico, Stati Uniti meridionali e Messico nord-orientale –. Nel “vecchio mondo”, invece, Egizi, Arabi, Greci, Etruschi e Romani coltivavano la lagenaria, che veniva consumata perlopiù bollita, fritta o ridotta in purea. Ma non era destinata solo ad uso alimentare: gli antichi Romani la svuotavano per trasformarla in contenitori o utensili.

Nel 1500 i conquistadores spagnoli, affascinati dalla bellezza di questa pianta vivace, importarono la cucurbita in Europa. Inizialmente rimase un cibo destinato agli animali e ai meno abbienti. Ben presto, però, anche le classi sociali più elevate cominciarono ad apprezzarla per la sua versatilità.

Proprietà e consigli.

La polpa della zucca è composta per oltre il 90% da acqua, quindi è particolarmente adatta a chi segue una dieta ipocalorica, inoltre è ricca di fibre e povera di grassi. Contiene soprattutto vitamina A e C, che aiutano a rafforzare il sistema immunitario; betacarotene, che ha ottimi poteri antiossidanti; magnesio, che aiuta a rilassare i muscoli, e anche fosforo, ferro e potassio.

Quando acquisti una zucca, non dimenticare di notare alcuni dettagli: il picciolo deve essere morbido e ben attaccato all’ortaggio, la buccia deve apparire compatta e, se battuta, emettere un rumore sordo.

Vietato gettare i semi: essiccati e salati, sono perfetti per condire le insalate ma anche come snack da sgranocchiare.

In cucina.

La zucca si presta a mille impieghi: una volta privato della buccia, l’ortaggio può essere cotto a vapore o bollito per preparare zuppe e minestroni; tagliato a cubetti e cucinato in padella come le classiche patate arrosto; fatto a spicchi e cotto al forno, ma anche utilizzato come ingrediente di risotti, paste fresche, gnocchi… La zucca è adatta anche a preparazioni dolci: la polpa, lessata o cotta in padella, può essere l’ingrediente base di torte e dolcetti.

Perché non provarla anche cruda? Può essere impiegata per realizzare un buon estratto insieme a carota, arancia e limone, per fare un pieno di energia e sali minerali.

E in Toscana?

La Zucca lardaia, tipica delle zone del Valdarno e dell’area fiorentina, è tra i prodotti stagionali locali più richiesti. La buccia è di un bel colore giallo-arancio e la polpa è particolarmente adatta alla preparazione di primi piatti e contorni. Di forma rotondeggiante, si trova anche in versione allungata e piegata ad arco.

Viene generalmente consumata fritta e poi passata in padella con la conserva di pomodoro. Adatta anche per la preparazione di risotti e gnocchi.

Il folklore.

Simbolo della festa di Halloween, tra ottobre e novembre la zucca colora di arancio le vetrine dei negozi. In questo periodo è usanza svuotarla e intagliarla in modo che ricordi un volto umano, e inserire al suo interno una candela o un’altra fonte di luce. Sai che la zucca intagliata prende il nome di Jack o’Lantern? Una leggenda irlandese racconta la storia di Stingy Jack, un vecchio ubriacone che, dopo aver raggirato il diavolo la notte di Halloween, al momento della morte fu rifiutato dal paradiso a causa della sua vita sregolata e, costretto a presentarsi alle porte dell’inferno, venne cacciato anche dal diavolo che gli lanciò contro un tizzone ardente.

Nella nostra regione, in passato era diffuso il cosiddetto “gioco dello zozzo”. La zucca intagliata e illuminata veniva sistemata fuori casa, meglio se su un muretto, dopo il tramonto. Per far sembrare che fosse vestita, all’ortaggio venivano applicati stracci o abiti. L’obiettivo era spaventare i passanti grazie alle sembianze mostruose della creazione.