Spesso il danno maggiore alle piante non è legato all’insetto adulto, bensì alle larve, che, nutrendosi delle foglie e dei germogli, si rendono responsabili di perdite di produttività fino anche alla morte alle piante stesse.
La “Piralide del Bosso” è un esempio di questo problema, si tratta di un lepidottero (famiglia di insetti a cui appartengono le farfalle e le falene), che ha abitudini aimentari legate quasi esclusivamente alle piante di Bosso.
Ciò che rende difficile l’uso di insetticidi efficaci è per lo più la schiusa scalare delle uova. Infatti il PAN (Piano di Azione Nazionale) impedisce applicazioni frequenti di insetticidi che non sono ammessi in agricoltura biologica o che contengono nell’etichetta frasi di rischio che indicano possibili effetti negativi.
In quest’ottica è consigliabile ed efficace l’uso di prodotti a base di nematodi entomopatogeni i quali non sono soggetti a limitazioni d’uso. I nematodi sono dei piccoli organismi vermiformi, che uccidono gli insetti rilasciando dentro questi simbionti letali e che si servono degli insetti uccisi per riprodursi.
Per la “Piralide del Bosso” vengono venduti nematodi infettivi in confezioni da 50 o da 500 milioni. Con una confezione di 50 milioni si possono trattare dai 100 ai 200 metri lineari di siepe, a seconda del grado di infestazione e del volume della chioma.
Tutto ciò è valido anche in agricoltura, infatti sul mercato si trovano varie tipologie di insetti antagonisti, acari utili e micorrize per un’utile simbiosi painta/fungo.
Articolo estratt dal nr.2 di “Coltivare Insieme”, la rivista di Legnaia che tratta argomenti tecnico/professionale principalmente rivolti ai soci agricoltori e appassionati.
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