Il Cavolfiore, pianta erbacea biennale, presenta una radice fittonante non molto profonda. Sul fusto eretto, lungo da 15 a 50 cm, sono inserite alcune foglie costolute, di cui quelle più esterne sono più grandi, di colore verde più o meno intenso a volte tendenti al grigio, pruinose, mentre quelle interne sono di colore giallognolo o verde chiaro e spesso ricoprono completamente la parte edule. La parte edule, corimbo, è il risultato della ripetuta ramificazione della pianta e può assumere forme molto diverse. L’infiorescenza vera e propria è a racemo e proviene dall’allungamento dei peduncoli carnosi del corimbo. Il fattore climatico più importante per la produzione è la temperatura, e le zone migliori per coltivarlo sono quelle a clima fresco e umido. In particolare per le cultivar precoci la temperatura ottimale è di circa 17°C. Con temperature superiori a 20°C il passaggio alla fase riproduttiva è ritardato e la qualità dei corimbi diviene scadente, invece le basse temperature possono danneggiare la pianta in coincidenza dei vari stadi in cui si trova.
Il Cavolfiore richiede terreni di medio impasto e un elevato livello idrico dello strato interessato dalle radici. La coltivazione si effettua in diversi periodi dell’anno, a seconda della località e delle cultivar impiegate. Le cultivar si distinguono in base alla necessità o meno di freddo per la formazione del corimbo. Gli ibridi presentano una maggiore uniformità morfo-biologica e resistenza alle malattie ma, allo stesso tempo, presentano dei costi del seme più elevati.
E’ considerata una coltura da rinnovo (intercalare) e può seguire il grano o gli ortaggi come i baccelli, il pisello, la carota e la patata.
Le varietà tardive sono più grandi di quelle precoci, per cui le distanze d’impianto variano da 60 a 80 cm tra le file e 40-70 cm lungo le file, con una densità di piantine variabile dalle 15.000 alle 30.000 ad ettaro. Per la produzione di 10 tonnellate di corimbi le piante asportano circa 130 kg di azoto, 40 di fosforo, 140 di potassio e 50 di CaO ed è necessaria una costante disponibilità di acqua; quindi, in colture estivo-autunnali, abbisogna di irrigazione. Il cavolfiore più comunemente coltivato ed utilizzato è quello bianco; la gamma varietale proposta permette una raccolta che va da Settembre a Febbraio-Marzo.
La priorità è quella di trovare varietà che si adattano bene alle condizioni pedoclimatiche e che siano tolleranti alle patologie crittogamiche.
Fra le “new-entry” troviamo la cv.Oceano (Clause),con ciclo di 70/75 giorni, che assieme alla cv. Subito (55/60 gg); Delfino (85 gg); Overlord (100 gg); Aquata (105/110 gg); Rafale (115/120 gg); Amistad ( 140/145 gg ); Divan (150/160 gg ) e Tenfold (200gg), completa la gamma del cavolo fiore.
La ricerca varietale, negli ultimi anni si è spostata anche sul segmento del Cavolo Broccolo che ha riscosso successo da parte degli agricoltori, con una buona produzione, soprattutto con i cicli intermedi. Attualmente le varietà proposte sono tre: Naxos (75 gg);Ironman (90 gg) ed Steel(95-105 gg), la prima varietà è stata introdotta per la stagione 2019/2020, dell’azienda Esasem. Tali varietà non hanno una predisposizione spiccata a fare “ricacci”, da taluni molto apprezzati, ma permettono di avere una qualità eccellente.
Sul segmento del Cavolo Verza, la proposta varietale ruota attorno a cinque varietà “collaudate” da tempo: Famosa,(per il periodo primaverile ed autunnale) Savoy King; Produsa; Wirosa; Rigoleto (per i periodi invernali).
Il Cavolo Nero, pianta costituita da foglie arricciate di colore verde molto scuro e forma allungata, trova in Toscana il suo maggior successo; al momento le varietà proposte sono delle selezioni, ma si manifesta fermento da parte delle aziende sementiere le quali iniziano a proporre varietà ibride.
Il Finocchio (Foeniculum vulgare),ha radice fittonante, fusto con nodi basali molto ravvicinati, foglie con guaine molto larghe, carnose sovrapposte in modo da formare il caratteristico grumolo; se la pianta trascorre almeno un mese a temperature inferiori a 7°C passa dalla fase vegetativa alla fase riproduttiva formando lo scapo fiorale ramificato che porta fiori gialli. Avendo bisogno di temperature non troppo basse durante il ciclo vegetativo, le condizioni migliori per la coltura del finocchio si hanno lungo i litorali, sia in collina che in piano.
Anche in fatto di terreno il finocchio è esigente: esso deve essere di medio impasto tendente allo sciolto, fresco, ricco di sostanza organica e profondo. Nei terreni molto compatti il grumolo tende a svilupparsi fuori terra andando incontro a grave deprezzamento dato che, in queste condizioni, inverdisce e sviluppa germogli tra le guaine.
L’impianto si fa attraverso trapianto e le piantine vengono poste a dimora a 45 giorni dalla semina. Per avere il prodotto in inverno, nelle zone in cui questo è possibile, la semina in semenzaio si esegue in agosto e il trapianto in ottobre. Per avere la produzione in estate, la semina in semenzaio si fa invece in gennaio-febbraio e il trapianto si esegue in marzo-aprile.
Per il 2019, la scelta è rappresentata da Leonardo (85-95 gg) e Masaccio (90-100 gg),entrambe dell’azienda Clause.